La spalla è l’articolazione più complessa, più sofisticata e con maggiori possibilità di movimento di tutto l’organismo, è formata da tre ossa:
– l’omero,
– la scapola,
– la clavicola.
A queste si aggiungono un sistema di tendini, muscoli, nervi e vasi sanguigni.
I primi permettono i movimenti, mentre i vasi sanguigni sono indispensabili al nutrimento dei tessuti che compongono la spalla.
La parte superiore della spalla è delimitata dall’articolazione tra la scapola e la clavicola, che all’estremità opposta si articola con lo sterno. La scapola, invece, si articola anche con l’omero, che inserisce la sua testa sferica all’interno della cavità gleinoidea, una rientranza sulla superficie della scapola. I cosiddetti tubercoli dell’omero permettono invece ai muscoli della cuffia dei rotatori di attaccarsi saldamente all’articolazione della spalla.
La stabilità della spalla è possibile grazie ai quattro legamenti associati alle ossa della spalla, e che connettono l’omero alla cavità glenoidea. Questi legamenti sono i legamenti gleno-omerali (superiore, medio e inferiore). La spalla riesce a sopportare forti carichi grazie al legamento coraco-acromiale, che collega la scapola alla clavicola, e ai legamenti coraco-clavicolari (trapezoide e conoide), che uniscono la clavicola alla scapola.
A che cosa serve la spalla?
La spalla permette di muovere e posizionare braccia e mani come desiderato, e di collegarli al tronco. Scorrendo lungo la parte posteriore del torace la scapola consente i movimenti ad ampio raggio che possono essere compiuti con il braccio. Ciò ha luogo grazie all’articolazione tra scapola e omero, e all’articolazione scapolo-toracica, cioè quella tra la scapola e le costole, localizzata nella parte posteriore del torace.
I principali movimenti del braccio consentiti dalla spalla sono:
– la flessione,
– l’estensione,
– l’abduzione (cioè l’elevazione laterale),
– la rotazione esterna,
– la rotazione interna,
– la rotazione anteroposteriore.
Dolore alla spalla: quali possono essere le forme più comuni?
La tendinite calcifica di spalla, molto frequente nelle donne sopra i 50 anni, oppure una tendinite, l’artrosi, la capsulite adesiva, la frozen shoulder, o spalla congelata.
Il dolore può essere causato da un evento traumatico ben definito oppure da microtraumatismi ripetuti che superano la capacità di resistenza dei tessuti.
Oppure il dolore alla spalla può essere sintomo dell’evoluzione di patologie infiammatorie e/o degenerative che possono coinvolgere i tendini della spalla (lesione della cuffia dei rotatori) oppure il tessuto osteo-cartilagineo (processo dell’artrosi).
I tre sottogruppi della spalla dolorosa si riferiscono pertanto ai danni di tre tipi di tessuto differenti:
- ai legamenti articolari della spalla;
- ai tendini della spalla (cuffia dei rotatori);
- alla struttura osteo-cartilaginea.
In sintesi la spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano, ma presenta molti punti di fragilità.
Questa sua fragilità può essere compensata da un buon stile di vita, utilizzando l’attività fisica per migliorare la postura, mantenere tonici i muscoli ed elastici i tessuti.
Anche una buona alimentazione che eviti gli eccessi e le cosiddette patologie dismetaboliche da squilibrio nutrizionale, aiuta a rimanere sani ed efficienti.
Quando la spalla si ammala è necessaria un’accurata diagnosi supportata dalle moderne metodiche radiologiche per comprenderne meglio i danni.
La spalla si presta molto bene alle terapie conservative, cioè al trattamento del dolore e soprattutto alla fisioterapia.
L’approccio chirurgico resta fondamentale per pochi casi ben selezionati, dopo aver discusso con il medico i benefici del trattamento e le aspettative del paziente.
Staff Centro Equilibrium 2.0