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19/Gen/2022

L’intolleranza al lattosio si verifica in caso di deficienza dell’enzima lattasi, cioè quando viene a mancare parzialmente o totalmente l’enzima in grado di scindere il lattosio, il principale zucchero del latte, nei suoi due zuccheri semplici: galattosio e glucosio. Il lattosio non viene digerito e rimane nell’ intestino dove viene fermentato dalla flora batterica intestinale.

I sintomi principali sono: dolori addominali , meteorismo, distensione addominale, digestione lenta, stanchezza,  diarrea e di solito iniziano 1-2 ore  dopo l’ingestione di alimenti che contengono lattosio. La sintomatologia  può essere differente da persona a persona.

Esistono tre formecongenita, genetica ed acquisita.

  • La forma genetica  si può manifestare nel bambino con lo svezzamento (a circa 2 anni di età) oppure più tardivamente nell’adulto ed è dovuta alla riduzione progressiva della produzione della lattasi.

  • La forma acquisita è invece secondaria ad altre patologie acute (infiammazioni ed infezioni dell’intestino come salmonellosi, colera, enteriti acute) o croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, sindrome dell’intestino irritabile). Si tratta di una forma transitoria che si risolve nel momento in cui si ha la guarigione della malattia responsabile. Anche trattamenti antibiotici, chemioterapici o con radiazioni ionizzanti possono determinare l’intolleranza, come conseguenza della loro tossicità sulla mucosa intestinale.

  • C’è poi da segnalare una terza forma molto rara, di origine genetica a insorgenza precoce (si manifesta sin dalla nascita, per questo è detta forma congenita) con un’incapacità permanente di produrre l’enzima. Il neonato sviluppa diarrea non appena nutrito con latte e persiste tutta la vita.

La diagnosi si basa su due principali metodiche: H2-Breath Test e il  Test genetico. L’ l’H2-Breath Test, valuta la presenza di idrogeno nel respiro prima e dopo la somministrazione di 20-50g di lattosio, prelevando almeno 6 campioni di aria ottenuti facendo soffiare il paziente in una sacca a intervalli regolari (ogni 30 minuti), per un tempo minimo di 3 ore. In caso di malassorbimento di lattosio, dopo l’assunzione di quest’ultimo, nell’intestino si verificano processi di fermentazione con  aumento di produzione di idrogeno (H2), che viene assorbito in circolo ed eliminato attraverso i polmoni con il respiro.

Il Test viene effettuato dopo un digiuno di almeno 12 ore. Nel mese precedente l’esame si deve sospendere l’assunzione di antibiotici e 15 giorni prima dell’esame non si devono assumere fermenti lattici e lassativi. La dieta della sera precedente l’esame prevede riso bollito non condito e carne o pesce ai ferri con condimento a base di olio, acqua non gassata e niente pane. 

Il Test Genetico, permette di definire la predisposizione all’intolleranza al lattosio  individuando quindi i soggetti che potrebbero manifestare un deficit enzimatico. Ciò consente di definire un comportamento alimentare e uno stile di vita adeguato e personalizzato .

L’unica terapia è l’esclusione dalla dieta degli alimenti contenenti lattosio per un periodo variabile, di almeno 3-9 mesi, per permettere la remissione completa di tutti i sintomi e la ripresa della normale funzionalità intestinale. Dopo tale periodo si reintroducono nella dieta bassi quantitativi di lattosio per poi valutare la reazione. Se intolleranti in forma primaria, quindi genetica, gli alimenti contenenti lattosio devono esclusi dalla dieta in modo permanente.

Dal momento che il lattosio viene spesso utilizzato dall’industria alimentare come conservante e addensante, bisognerà leggere attentamente sempre la composizione degli alimenti, per evitare l’introduzione accidentale di lattosio. Anche molti farmaci ed integratori alimentari contengono lattosio come eccipiente.

Esistono in commercio diversi integratori di lattasi, che non sono curativi ma vanno solamente assunti poco prima dei pasti in cui si sospetta possa essere presente lattosio, introducendo così l’enzima mancante per neutralizzare o ridurre i sintomi .

Oggi esistono in commercio Latti privi di lattosio perché trattati dall’industria alimentare o perché arricchiti di Lactobacillus acidophilus, un batterio che digerisce il lattosio.

Per quanto riguarda i formaggi stagionati( pecorino, parmigiano, provolone, grana) la presenza del lattosio è quasi del tutto assente perché durante la stagionatura il lattosio viene fermentato dai batteri lattici utilizzati per la preparazione del formaggio e trasformato in acido lattico. Non sono invece permessi formaggi freschi, dove il contenuto in lattosio è notevole.

Dott.ssa Cinzia Di Petta 

Specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo

 


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