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11/Mag/2022

La spiegazione dell’origine di un dolore è una delle prime richieste di un paziente all’inizio di un programma riabilitativo o di un intervento terapeutico in genere. Un momento particolare in cui il compito del fisioterapista è fornire delle risposte concrete e delle spiegazioni convincenti e chiare, che rafforzano l’alleanza terapeutica tra paziente e fisioterapista.

La tecnologia utilizzata all’interno del nostro centro con i macchinari Tecnobody offre, da questo punto di vista, un aiuto valido e concreto poiché ci offre una misurazione oggettiva del movimento articolare, dell’equilibrio e del cammino che facilita la comunicazione tra fisioterapista e paziente.

 

Il supporto della tecnologia diventa ancora più importante nell’analisi di movimenti complessi, come il cammino, poiché consente la misurazione di: velocità, lunghezza del passo, simmetria, fase di appoggio, fase di volo e movimenti del bacino.

Questi parametri sono fondamentali per monitorare eventuali scompensi motori, che potrebbero favorire il perdurare della problematica o il peggioramento della stessa.

Nella fase di valutazione ci permette di ottenere dati oggettivi attraverso diversi test di:

-articolarità del tronco

-cammino

-equilibrio

 

Allo stesso tempo ci consente di affiancare un percorso di riabilitazione basato su esercizi terapeutici guidati da un feedback visivo che aiuta il paziente ad acquisire consapevolezza riguardo il proprio movimento, garantendo ottimi risultati.

 

 


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08/Ott/2021

Simone pratica triathlon, disciplina che si compone di tre specialità: bici, corsa e nuoto ed è appassionato di crossfit.

E’ venuto nel nostro Centro perché aveva fastidio al ginocchio destro durante la corsa.

Dopo aver effettuato una visita specialistica fisiatrica e un’attenta valutazione fisioterapica che ha incluso test muscolari, articolari, analisi posturale tramite pedana stabilometrica Prokin 252 e soprattutto attraverso l’analisi del cammino e della corsa con Walker View, abbiamo rilevato un disallineamento del ginocchio durante il movimento.

La corsa essendo un gesto motorio complesso ha bisogno di una valutazione specifica per determinare il punto debole durante l’azione.

Simona nella fase di appoggio monopodalico non riusciva a stabilizzare tutto il complesso anca/ ginocchia/caviglia con la conseguente inibizione dei muscoli fondamentali alla successiva spinta.

Tutto ciò provocava dolore; basti pensare che durante la corsa su 1 appoggio il nostro corpo deve sopportare un peso di diverse tonnellate……immaginate una tonnellata sull’apice della Torre di Pisa, le conseguenze ovviamente sarebbero disastrose per la Torre. E per il nostro corpo!!

Simone ha iniziato il suo percorso riabilitativo presso il nostro Centro.

In una prima fase con tecniche di terapia manuale abbiamo agito sul rilassamento miofasciale delle catene tese e dolorose e sul recupero completo del movimento articolare, per poi passare ad esercizi terapeutici di controllo motorio e reclutamento muscolare.

Siamo arrivati ad incrementare progressivamente il tono-trofismo dei muscoli chiave per un corretto allineamento posturale durante la corsa.

Durante il suo percorso Simone ha dovuto modificare molti movimenti scorretti, che non credeva assolutamente essere tali, presenti nella sua quotidianità e nella sua routine di allenamento. Tutto questo non è stato affatto semplice.

Siamo partiti da movimenti semplici e da facilitazioni, per permettergli di raggiungere un apprendimento motorio ottimale.

Rieducato nel gesto del suo sport specifico Simone ha ripreso gradualmente a correre, incrementando durata e intensità dei suoi allenamenti.

 

Dott.ssa Erica Caldarelli Fisioterapista       


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22/Lug/2020

Il morbo di Osgood-Schlatter è chiamato anche Osteocondrosi o Sindrome di Osgood-Schlatter ed è una patologia a carico del ginocchio che colpisce soggetti giovani tra i 10 e i 16 anni, soprattutto di sesso maschile. Il nome di questa patologia è dovuto ai cognomi dei due medici che ne descrissero gli aspetti clinici all’inizio del secolo scorso, loro si chiamavano R. B. Osgood e C. Schlatter.

Nel corso di questo articolo partendo dal significato di questa patologia proseguiremo con un breve richiamo all’anatomia del ginocchio per poi procedere con il raccontarti i sintomi, le cause e i rimedi più utilizzati al giorno d’oggi per coloro che soffrono di questa condizione.

Cosa è il Morbo di Osgood-Schlatter

Questa Sindrome rientra nelle patologie di osteocondrosi e consiste in una degenerazione a carico della tuberosità tibiale anteriore, situata poco sotto la rotula del ginocchio. In molti casi questa condizione è presente in entrambi le ginocchia. Se non fai parte del mondo medico, e non hai competenze specifiche immaginiamo che hai bisogno di qualche precisazione in più.

Cosa è l’osteocondrosi?

Si tratta di un processo di carattere degenerativo che riguarda il tessuto nervoso.

Cosa è la tuberosità tibiale anteriore?

È l’area della tibia, osso della gamba, su cui si inserisce il tendine del muscolo quadricipite, chiamato anche legamento patellare. Quali sono i soggetti più a rischio? Le persone che sono colpite da questa sindrome sono principalmente i ragazzi, in particolare il sesso maschile, in un’età compresa tra i 10 e i 15 anni. Ne soffrono soprattutto coloro che praticano un’intensa attività fisica come ad esempio il calcio.

Quali sono i sintomi di questa patologia?

Il quadro clinico del morbo del morbo di Osgood Schlatter è:

  • Formazione di una prominenza ossea in corrispondenza dell’insersezione del tendine del quadricipite sulla tibia;
  • Gonalgia: Dolore al ginocchio, soprattutto nella parte anteriore, che viene esacerbato dal carico o dall’esecuzione di un’attività fisica;
  • Edema: gonfiore al ginocchio, in particolare nell’area sub rotulea;
  • Calore della cute in corrispondenza della zona dolente.

sindrome di osgood schlatter cosa significa

Quali sono le cause?

Una causa specifica vera e propria non è ancora stata identificata, sicuramente un’attività fisica continua e ripetuta con coinvolgimento degli arti inferiori può predisporre a questa condizione. Questo perché nell’età tra i 10 e i 15 anni, la tuberosità tibiale è ancora in crescita e delle contrazioni importanti del muscolo quadricipite, facendo trazione sulla tuberosità in cui si inserisce il tendine rotuleo, possono stimolare la formazione di una prominenza ossea.

Gli sport che possono predisporre a questa condizione sono: il calcio, l’equitazione, l’atletica leggera, la pallavolo, il rugby, la pallacanestro, il ciclismo…

Oltre allo stress meccanico, sono state riconosciute anche altri fattori come: le predisposizioni genetiche – ereditarie, un’alterazione dell’equilibrio fra la crescita del tessuto osseo e quella del tessuto muscolare e legamentoso.

 

Su cosa si basa la diagnosi?

La diagnosi è effettuata dal medico specialista, solitamente si tratta di medico ortopedico, medico sportivo o medico fisiatra che rileveranno la presenza di gonfiore e dolore locare, esacerbato sia alla pressione manuale che durante i movimenti di flesso estensione sotto carico.

Non è un caso infatti se i pazienti che soffrono di questa patologia hanno dolore proprio quando salgono le scale. Di norma la diagnosi è confermata dalla visione di un’esame RX in doppia proiezione che confermi la degenerazione ossea sospettata all’esame clinico.

sindrome di osgood schlatter diagnosi

Quali sono i rimedi?

Il morbo di Osgood Schlatter ha una risoluzione spontanea in corrispondenza del completamento della crescita ossea, che può avvenire anche due anni dopo l’inizio della sintomatologia. Per controllare il dolore e lo stato infiammatorio, di norma si prescrivono dei cicli di fisioterapia che consistono nell’applicazione di:

Tecniche manuali: come mobilizzazioni articolari e dei tessuti molli, e massoterapia. Hanno lo scopo di ridurre la tensione miofasciale in prossimità dell’inserzione tendinea che è la zona più dolorosa;

Terapia Fisica: i device che utilizzano i fisioterapisti in queste condizioni hanno lo scopo di controllare l’infiammazione e ridurre il dolore mediante la stimolazione biologica del tessuto. I mezzi fisici ad alta tecnologia più utilizzati per questa patologia sono:

1) Tecarterapia: La parola TECAR è Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo, si tratta di un dispositivo che emette radiofrequenze, le quali si ipotizza che generino sul tessuto trattato tre tipi di stimoli biologici: Chimico: normalizzazione del potenziale di membrana, che è alterato in caso di importanti condizioni infiammatorie; termico: durante il trattamento si ha un richiamo di sangue nella regione trattata. Tale effetto produce quindi un aumento del microcircolo e della temperatura tissutale locale. Considera che il calore profondo (detto anche calore “endogeno”) che si avverte nel trattamento, oltre che ad avere un impatto curativo è molto piacevole e rilassante, per questo motivo la tecar è così amata dai pazienti! meccanico: durante e a seguito del trattamento risulta essere più semplice trattare e mobilizzare i tessuti.

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2) Ipertermia: come la tecarterapia anche questo device utilizza radiofrequenze, ma a una frequenza d’onda ben precisa. Utilizzando lo stesso mezzo fisico della tecar, viene da sé che anche l’ipertermia genera calore endogeno. La particolarità di questo macchinario è che permette di dara una maggiore specificità al trattamento poiché il terapista può scegliere la profondità e la temperatura con cui stimolare il tessuto bersaglio, questo è reso possibile poiché l’ipertermia offre solo trattamenti statici e localizzati.

3) Ultrasuoni: come suggerisce il nome, gli ultrasuoni stimolano il tessuto mediante l’utilizzo di onde acustiche. Si tratta di terapie localizzate in punti specifici.

4) Laser ad alta potenza: questo dispositivo stimola il tessuto mediante l’utilizzo dell’emissione di un fascio luminoso ad alta potenza di circa mezzo centimetro di diametro. Questo macchinario è altamente specifico e allo stesso tempo non è indicato per trattare vaste aree.

Esercizi specifici: in particolare sono usati soprattutto esercizi di allungamento muscolare per tutta la catena muscolare anteriore dell’arto inferiore, al fine di ridurre la tensione muscolo tendinea sulla tuberosità tibiale.

Conclusioni

Il morbo di Osgood Schlatter non è una patologia molto diffusa, e non è una condizione dagli esiti tragici. Allo stesso tempo è bene non prenderla sotto gamba, e affidare il trattamento e il controllo clinico a un equipe di professionisti esperti, affinché il ragazzo che ne soffre possa vivere al meglio la sua condizione senza dover rinunciare alle sue attività ludico – sportive.

https://www.fisioterapiaitalia.com/patologie/ginocchio/morbo-di-osgood-schlatter/


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Il Centro Fisioterapico Equilibrium 2.0 nasce a Pescara con l’ idea di abbinare la terapia manuale al movimento poichè esso è parte fondamentale di qualsiasi processo di guarigione e di mantenimento dello stato di salute.

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