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01/Mar/2022

“SENTO COME SE AVESSI UN CHIODO NELLA PARTE INTERNA DEL GINOCCHIO”

Ha esordito in questo modo il nostro F. prima di affidarsi a noi per il suo recupero.

F., ex calciatore, è arrivato in studio dopo aver subito, circa un anno e mezzo prima, due diversi interventi chirurgici.

Subito ci riferisce di non aver mai recuperato completamente la funzionalità del ginocchio a tal punto da dover sospendere tutte le attività sportive.

“Non voglio tornare a giocare ma vorrei sentirmi libero di poter fare una corsetta o qualsiasi altra attività sportiva amatoriale quando ne ho voglia” prosegue F. durante la prima valutazione fisioterapica.

 

Dopo aver fatto un’accurata valutazione della postura, un’analisi del cammino e, successivamente, della corsa, mediante i nostri sistemi tecnologici, ci siamo resi conto che molto probabilmente il suo “chiodo” poteva non dipendere dal ginocchio stesso ma da una non corretta funzionalità dei muscoli stabilizzatori dell’anca.

Per F. la reazione è stata sorprendente. Non pensava che il suo dolore al ginocchio potesse dipendere da un’altra articolazione.

Cosi abbiamo proseguito le nostre sedute con esercizi progressivi mirati al ripristino di una corretta funzionalità dell’anca, basati sul recupero della forza e del controllo del movimento.

In questa fase le nostre tecnologie hanno fatto la differenza. F., tramite un continuo feedback visivo, è riuscito a capire meglio quale fosse il corretto movimento da seguire, rendendo il percorso riabilitativo meno stressante e più stimolante.

“Finalmente dopo quasi due anni sono riuscito a fare una corsetta senza avere dolore”, ha esordito F. prima di una seduta. Musica per le nostre orecchie!

Il percorso non è stato semplice, fatto di alti e bassi, ma grazie anche alla sua tenacia F. è potuto tornare a fare quello che più amava, lo sport.

 

Dott. Lorenzo calabrese, Fisioterapista


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22/Feb/2022

“HO SENTITO UNA COLTELLATA QUI DIETRO LA SCHIENA”.

Cosi S. ha detto al telefono quando ha chiamato per un appuntamento.

È arrivata in studio con la faccia e l’aspetto di chi stava soffrendo. Ha iniziato a raccontare la sua storia e, dopo un momento di confronto, mentre andava via mi ha detto: “MI AFFIDO A VOI PER TORNARE A FARE QUELLO CHE FACEVO SENZA QUESTO DOLORE”

Abbiamo iniziato il percorso prendendo un appuntamento con la nostra Fisiatra per una valutazione e rinfrancata dalla spiegazione del suo dolore ha avuto chiaro l’iter che avrebbe fatto all’interno del nostro centro.

Abbiamo cominciato lavorando con piccoli esercizi, piano piano, con l’obiettivo di migliorare la percezione del suo corpo, dei propri muscoli.

S. ha avuto difficoltà era tutto difficile per lei, non era abituata a prendersi cura e sentire di sé stessa.

Passo dopo passo, tutto ha iniziato ad avere un senso e il suo dolore è iniziato a migliorare.

Gli esercizi a corpo libero e sui nostri sistemi tecnologici gli sembravano sempre più facili e divertenti; ha iniziato ad incrementare il suo impegno dedicando sempre più tempo agli esercizi che ha svolto a casa senza più trovare scuse.

Finalmente, prima di una seduta, con un sorriso a 33 denti mi ha detto “MI SENTO MEGLIO, RIESCO A DORMIRE E QUANDO CAMMINO NON HO DOLORE, HO CAPITO CHE IL MOVIMENTO E’ LA MIA MEDICINA”

Da li abbiamo continuato il nostro programma di rinforzo aumentando progressivamente il carico di lavoro anche sui sistemi tecnologici, migliorando la forza degli arti e il famoso core.

Il giorno più soddisfacente del suo percorso è stato al controllo con il Fisiatra, in cui ha capito che i suoi miglioramenti erano reali e oggettivi.

Il suo impegno è stato ripagato.

Da quel momento il coltello che aveva dietro la schiena è diventato la sua motivazione per continuare con costanza e impegno a fare del movimento la sua arma vincente.

#muoversibenemuoversimeglio

@tecnobody

Dott. Vittorio Gennaro, Fisioterapista e Chinesiologo


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24/Nov/2021

Giovanni, anni 72, giunge alla nostra osservazione dopo aver eseguito una visita specialistica ortopedica per un forte dolore alla spalla destra che ne limitava sia lo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana che la sua pratica sportiva (Giovanni, nonostante l’età, pratica ciclismo tre volte alla settimana percorrendo 80\90 km a sessione!). L’imaging ecografico mostrava una forte degenerazione della componente tendinea della cuffia dei rotatori con prevalenza del muscolo sovraspinato che mostrava segni fissurativi nella sua sede inserzionale.

Giovanni aveva difficoltà a dormire, la spalla era dolente anche nei movimenti di vita quotidiana, non aveva forza di prendere il piatto dallo scolapiatti. Per questi motivi gli abbiamo consigliato una visita ortopedica per valutare la situazione da un punto di vista chirurgico. L’ortopedico, dopo aver escluso l’intervento chirurgico, ha somministrato a Giovanni la corretta terapia in accordo con il Fisiatra e il fisioterapista.

In prima seduta il paziente ha eseguito un’attenta valutazione funzionale fisioterapica, mediante l’utilizzo di test clinici e chinesiologici, mostrando una evidente riduzione del rom articolare soprattutto nel movimento di abduzione e di elevazione del braccio con relativo deficit di forza.

Il paziente è stato trattato con tecniche di terapia manuale, l’utilizzo di energie fisiche (laser terapia) ed esercizio terapeutico tollerato dal paziente, mirate alla gestione del dolore, dell’infiammazione e al recupero del movimento completo.

Una volta regredita la sintomatologia dolorosa, abbiamo concentrato il nostro lavoro sull’esercizio terapeutico con esercizi di intensità e difficoltà crescente, nel rispetto comunque della sintomatologia dolorosa, mirati al recupero completo del movimento e della forza muscolare.

Giovanni pian piano riprende a fare cose che prima gli erano difficoltose, riprende a dormire e poi…riprende la sua amata biciletta, aumentando i km di volta in volta.

Il percorso di Giovanni non è terminato perché vuole migliorare la sua forza e prevenire eventuali infortuni. Ha scoperto il movimento è vita: MUOVERSI BENE, MUOVERSI MEGLIO.

Il percorso non è stato semplice ma grazie anche alla sua tenacia , oggi, dopo circa un mese e mezzo di lavoro Giovanni, è potuto tornare sulla sua amata bicicletta. Tutt’ora Giovanni sta continuando il suo percorso nel nostro centro al fine di stabilizzare ulteriormente il risultato ottenuto.

Dott. Lorenzo Calabrese- Fisioterapista


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01/Ott/2021

Giulia si è rivolta al centro con un quadro di osteopenia importante (t-score inferiore a -2.5).

L’osteopenia è una malattia sistemica dell’apparato scheletrico caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità ossea. Tale situazione porta, conseguentemente, ad una aumentato del rischio di frattura delle vertebre, femore, polso e caviglia per traumi anche minimi. In Italia il 23% delle donne oltre i 40 anni in menopausa è affetto da osteopenia.

Giulia dopo aver effettuato visita specialistica (esame MOC), visita con biologa nutrizionista e visita fisiatrica ha iniziato un percorso presso il nostro centro con il nostro personal trainer Giuseppe Cozzi con l’obiettivo di migliorare la sua core stability e incrementare il suo tono-trofismo su tutti i muscoli del corpo fondamentali per la stabilizzazione della postura.

La ricerca scientifica evidenzia come l’allenamento con sovraccarichi rappresenti una delle azioni preventiva per la prevenzione della fragilità ossea attraverso la stimolazione della rimineralizzazione ossea.

Durante il percorso il nostro trainer ha dovuto re-impostare migliorare tutti i movimenti di base di Giulia, inoltre la paura del movimento era diventata preponderante nella vita di tutti i giorni di Giulia. Il lavoro perciò è partito da movimenti semplici ma curati in ogni minimo particolare per poi piano piano, giorno dopo giorno, aumentare i carichi e la fiducia nel movimento da parte di Giulia.

Non sempre è andato tutto bene nel percorso della nostra cliente.  Ma attraverso un sistema di progressioni e regressioni codificato dal nostro staff, siamo sempre riusciti a svolgere una seduta efficace ed efficiente per cercare di migliorare il suo movimento.

Dopo un anno ci sono stati netti miglioramenti del quadro clinico con aumento del t-score.

Giulia non ha più paura di muoversi e in ogni seduta migliora il carico, la ripetizione e la qualità dei suoi movimenti. Il suo umore è migliorato. La fiducia nel suo corpo è tornata ad essere quella di una volta. E ogni volta che viene in palestra ci dice che “il movimento è stata la miglior cura”.

Dott. Giuseppe Cozzi Personal Trainer, Chinesiologo


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16/Lug/2021

L’allenamento della forza e della resistenza in età giovanile è un argomento di interesse per molti ricercatori, medici, professionisti e allenatori. Quando iniziare, quanto è abbastanza o troppo, e cosa prescrivere è costantemente discusso e messo sotto esame. Tuttavia, al momento, prove scientifiche supportano l’idea che esistono grandi vantaggi derivanti dalla partecipazione a programmi di allenamento della forza giovanile, appositamente progettati e che siano supervisionati e gestiti da professionisti qualificati. Inoltre, i benefici dell’allenamento della forza a partire da età più giovani possono alla fine avere implicazioni a lungo termine per lo stile di vita sano di una persona e le capacità nelle future partecipazioni sportive.

Recenti ricerche hanno indicato che l’allenamento della forza può suscitare significativi miglioramenti delle prestazioni in termini di forza muscolare, resistenza muscolare, produzione di energia, velocità di cambiamento di direzione e agilità, equilibrio e stabilità, coordinazione e velocità di movimento negli atleti giovani. Ha anche effetti positivi sulla salute (ad esempio riduzione del rischio di malattie cardiovascolari), oltre a migliorare il benessere psicologico, oltre a contribuire a ridurre sia la gravità che l’incidenza delle lesioni.

 

L’allenamento della forza è ora riconosciuto come sicuro ed efficace sia per i bambini sia per gli adolescenti, quando adeguatamente progettati e supervisionati da professionisti qualificati e coerenti con i bisogni, gli obiettivi e le abilità di ciascun individuo.

Ci sono molti benefici per la salute associati all’attività fisica regolare nei bambini e negli adolescenti. Recenti scoperte indicano che l’allenamento della forza può offrire vantaggi esclusivi per bambini e adolescenti se adeguatamente prescritti e supervisionati, come influenzare positivamente diversi indici misurabili di salute e fitness. Ad esempio:

  • Composizione corporea
  • Profilo di rischio cardiovascolare
  • Ridurre il grasso corporeo
  • Facilitare il controllo del peso
  • Migliora la sensibilità all’insulina
  • Rafforza l’osso
  • Migliorare il benessere psicosociale

Un programma di allenamento della forza sembra essere particolarmente utile per i giovani sedentari che spesso non vogliono e non sono in grado di eseguire periodi prolungati di attività aerobica, come bambini e adolescenti in sovrappeso o obesi. La partecipazione a un programma di allenamento formale che include l’allenamento della forza può fornire un’opportunità per migliorare la propria forza muscolare, migliorare la coordinazione motoria e acquisire confidenza nelle proprie capacità percepite di essere fisicamente attivi.

Nonostante le preoccupazioni precedenti sviluppate da prove non comprovate negli anni ’70 e ’80, l’allenamento della forza sembra essere una strategia efficace per aumentare la salute delle ossa durante gli anni di crescita. Oltre a ottimizzare la salute dello scheletro durante l’infanzia, ciò è importante anche per ridurre la probabilità di fratture più avanti nella vita. È stato dimostrato che la partecipazione al regolare allenamento della forza migliora sia la densità minerale ossea

Esistono prove che indicano che i precursori delle malattie cardiovascolari hanno origine nell’infanzia e nell’adolescenza.

Sebbene non sia previsto un requisito minimo di età per partecipare a un programma di allenamento della forza dei giovani, tutti i partecipanti dovrebbero avere anche la competenza comportamentale fondamentale:

  • Accettare e seguire le istruzioni
  • Comprendere le considerazioni sulla sicurezza di base
  • Possedere livelli competenti di equilibrio e controllo posturale

Pertanto, l’allenamento della forza giovanile potrebbe iniziare con bambini di 5-6 anni, purché presentino queste caratteristiche fondamentali.

Allenamento della Forza in Età Giovanile

Allenamento della Forza in Età Giovanile – 2° PARTE

 

 


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25/Mar/2021

La spalla è l’articolazione più complessa, più sofisticata e con maggiori possibilità di movimento di tutto l’organismo, è formata da tre ossa:

– l’omero,

– la scapola,

– la clavicola.

A queste si aggiungono un sistema di tendini, muscoli, nervi e vasi sanguigni.

I primi permettono i movimenti, mentre i vasi sanguigni sono indispensabili al nutrimento dei tessuti che compongono la spalla.

La parte superiore della spalla è delimitata dall’articolazione tra la scapola e la clavicola, che all’estremità opposta si articola con lo sterno. La scapola, invece, si articola anche con l’omero, che inserisce la sua testa sferica all’interno della cavità gleinoidea, una rientranza sulla superficie della scapola. I cosiddetti tubercoli dell’omero permettono invece ai muscoli della cuffia dei rotatori di attaccarsi saldamente all’articolazione della spalla.

La stabilità della spalla è possibile grazie ai quattro legamenti associati alle ossa della spalla, e che connettono l’omero alla cavità glenoidea. Questi legamenti sono i legamenti gleno-omerali (superiore, medio e inferiore). La spalla riesce a sopportare forti carichi grazie al legamento coraco-acromiale, che collega la scapola alla clavicola, e ai legamenti coraco-clavicolari (trapezoide e conoide), che uniscono la clavicola alla scapola.

A che cosa serve la spalla?

La spalla permette di muovere e posizionare braccia e mani come desiderato, e di collegarli al tronco. Scorrendo lungo la parte posteriore del torace la scapola consente i movimenti ad ampio raggio che possono essere compiuti con il braccio. Ciò ha luogo grazie all’articolazione tra scapola e omero, e all’articolazione scapolo-toracica, cioè quella tra la scapola e le costole, localizzata nella parte posteriore del torace.

I principali movimenti del braccio consentiti dalla spalla sono:

– la flessione,

– l’estensione,

– l’abduzione (cioè l’elevazione laterale),

– la rotazione esterna,

– la rotazione interna,

– la rotazione anteroposteriore.

Dolore alla spalla: quali possono essere le forme più comuni?

La tendinite calcifica di spalla, molto frequente nelle donne sopra i 50 anni, oppure una tendinite, l’artrosi, la capsulite adesiva, la frozen shoulder, o spalla congelata.

Il dolore può essere causato da un evento traumatico ben definito oppure da microtraumatismi ripetuti che superano la capacità di resistenza dei tessuti.

Oppure il dolore alla spalla può essere sintomo dell’evoluzione di patologie infiammatorie e/o degenerative che possono coinvolgere i tendini della spalla (lesione della cuffia dei rotatori) oppure il tessuto osteo-cartilagineo (processo dell’artrosi).

I tre sottogruppi della spalla dolorosa si riferiscono pertanto ai danni di tre tipi di tessuto differenti:

  • ai legamenti articolari della spalla;
  • ai tendini della spalla (cuffia dei rotatori);
  • alla struttura osteo-cartilaginea.

In sintesi la spalla è l’articolazione più mobile del corpo umano, ma presenta molti punti di fragilità.

Questa sua fragilità può essere compensata da un buon stile di vita, utilizzando l’attività fisica per migliorare la postura, mantenere tonici i muscoli ed elastici i tessuti.

Anche una buona alimentazione che eviti gli eccessi e le cosiddette patologie dismetaboliche da squilibrio nutrizionale, aiuta a rimanere sani ed efficienti.

Quando la spalla si ammala è necessaria un’accurata diagnosi supportata dalle moderne metodiche radiologiche per comprenderne meglio i danni.

La spalla si presta molto bene alle terapie conservative, cioè al trattamento del dolore e soprattutto alla fisioterapia.

L’approccio chirurgico resta fondamentale per pochi casi ben selezionati, dopo aver discusso con il medico i benefici del trattamento e le aspettative del paziente.

Staff Centro Equilibrium 2.0

 

 

 

 


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08/Mar/2021

Cos’è la ginnastica ipopressiva?

Un metodo di riprogrammazione posturale globale che aiuta nelle problematiche uroginecologiche.

Come si attua?

Attraverso una serie di posture con l’associazione di una tecnica respiratoria precisa.

A cosa serve?

  • Tonifica in forma riflessa i muscoli del pavimento pelvico;
  • Riarmonizza le catene muscolari che partecipano al mantenimento della postura;
  • Decomprime i gangli linfatici della pelvi migliorando la circolazione a livello della pelvi stessa e delle gambe;
  • Tonifica gli sfinteri uretrali e anali, quindi previene l’incontinenza;
  • Previene la discesa degli organi pelvici ed evita che ciò continui.

Per chi è indicata?

  • Per problemi di incontinenza urinaria o fuoriuscite di gas.
  • Per chi ha un prolasso dell’utero, della vescica o del retto.
  • Per chi ha dolori addominali, un transito intestinale lento o stitichezza.
  • Per le donne in epoca di pre-menopausa e menopausa.
  • Per chi ha partorito o vuol restare incinta ma non si è ripresa del tutto dal parto precedente.
  • Per chi ha addominali deboli o pancia gonfia.
  • Per chi ha la diastasi dei retti dell’addome.
  • Per chi pratica sport ad alto impatto o per chi è professionista sportivo.
  • Per chi è stato sottoposto a chirurgia addominale o ginecologica.

Dott.ssa Alessia Battaglia


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08/Feb/2021

Perché è importante parlare di rieducazione del pavimento pelvico in gravidanza?

E soprattutto quando è più opportuna utilizzarla, nel pre o nel post parto?

In realtà bisognerebbe utilizzare questo importante strumento sia come prevenzione, quindi durante la gravidanza per prevenire problematiche o contenere disfunzioni già presenti, per preparare al meglio al parto, sia esso naturale che cesareo, che nel post partum per ristabilire un corretto equilibrio a livello muscolare e posturale o per lavorare su eventuali problemi lasciati dall’evento stesso ( esempio i danni da episiotomia o lacerazioni, le emorroidi, la stipsi, l incontinenza e i danni da cesareo a livello tissutale).

La domanda ricorrente dopo che si è presa la decisione di fare qualcosa è: “A chi mi rivolgo? Qual è la figura indicata, il professionista che potrebbe aiutarmi in una situazione così delicata e personale?”

Sicuramente il fisioterapista specializzato può delineare e inquadrare bene la situazione, previa valutazione, in modo da inserire il paziente in un protocollo ad hoc, suggerendo anche strategie da attuare a casa in autonomia e eventuali visite specialistiche (aiuto dell’ostetrica di competenza e del ginecologo).

Si può fare educazione del pavimento pelvico con l’obiettivo di programmare una gravidanza o anche tanti anni dopo aver partorito?

Assolutamente sì.

Nel primo caso si può proprio lavorare per dare tono ed elasticità al proprio pavimento pelvico che deve sostenere pesi importanti in gravidanza (parliamo sempre di assenza di disfunzioni).

Nel secondo si può lavorare sulle disfunzioni secondarie al parto stesso e riequilibrare l’intero sistema.

Lavorare sul pavimento pelvico e quindi fondamentale in casi patologici e non.

Dott.ssa Alessia Battaglia


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28/Gen/2021

Il pavimento pelvico, così definito perché rappresenta un vero e proprio pavimento per gli organi della pelvi, è costituito da una componente muscolare, suddivisa su tre strati: profonda, intermedia e superficiale, e da una componente connettivale e ligamentosa.

Svolge, di conseguenza, diverse funzioni:

  • funzione di continenza urinaria e fecale,
  • funzione sessuale e riproduttiva (nella donna),
  • funzione di statica pelvica (contenzione degli organi pelvici),
  • funzione biomeccanica (inter relazionandosi con altre strutture muscolari del corpo, quali addominali, muscolatura profonda della colonna, adduttori, diaframma).

Questo può farci capire quanto complessa sia questa struttura e quanto sia strettamente connessa ad altre funzioni del corpo umano (respirazione, assetto posturale globale).

Con questa premessa è facile intuire che parlare di disfunzione del pavimento pelvico vuol dire parlare di disfunzioni riguardanti le sue aree di competenza.

Ma anche di quelle disfunzioni che possono risultare consequenziali a problematiche delle aeree ad esso strettamente connesse (ad esempio un “mal di schiena” può causare o essere causato da problemi al pavimento pelvico). Importantissima risulta quindi una precisa diagnosi differenziale grazie al proprio ginecologo/urologo e fisioterapista specializzato, per poter agire con precisione e programmare un buon piano terapeutico.

Se in precedenza l’argomento risultava piuttosto un tabù, pian piano, la riabilitazione del pavimento pelvico sta diventando sempre più diffusa sia per le donne che per gli uomini (ad esempio post prostatectomia), proprio perché si è vista e verificata a livello scientifico la sua efficacia per la risoluzione di problemi (es l’incontinenza urinaria) cui prima ci si rassegnava.

Il percorso riabilitativo consta ovviamente di una diagnosi differenziale, in collaborazione con lo specialista, e di un protocollo riabilitativo cucito ad hoc sul paziente con i relativi obiettivi a breve e lungo termine.

Parlare di riabilitazione del pavimento pelvico significa parlare di un percorso riabilitativo lungo e complesso che coinvolge più figure: oltre all’intervento del medico specialista coinvolge il fisioterapista specializzato.

Cosa fa il fisioterapista?

Sicuramente in prima seduta raccoglie tutti i dati utili per stilare il piano riabilitativo ad hoc per il paziente, la cosiddetta anamnesi. Per raccogliere i dati necessari può avvalersi di scale valutative o diari; successivamente valuterà da vicino le zone interessate sia visivamente che manualmente. Laddove sia necessario, effettuerà una valutazione posturale globale; perché, come abbiamo già detto, disfunzioni del pavimento pelvico sono strettamente connesse a problematiche posturali e respiratorie, visto il legame profondo con diaframma, fascia addominale e paravertebrale profonda.

Una volta conclusa la valutazione il terapista sceglierà il piano riabilitativo più idoneo, avvalendosi sia di terapie fisiche e manuali ma, soprattutto, di esercizio terapeutico, fondamentale per il paziente, per prendere consapevolezza del proprio pavimento pelvico e riportarlo ad un corretto funzionamento.

 

Dott.ssa Alessia Battaglia

 

 


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14/Dic/2020

Le ultime stime parlano di una popolazione mondiale che è arrivata a quasi 7 miliardi di individui. Più della metà di questi possiede un cellulare, la maggior parte dei quali sono smartphone, che sono praticamente sempre connessi alla rete internet.

utto questo nel giro di pochissimi anni ha generato un numero sempre maggiore di persone che avvertano disturbi alla zona cervicale, più o meno gravi, anche in età adolescenziale. Questa nuova patologia, denominata TEXT NECK, ha attirato l’attenzione di molti e, a tal proposito, sono stati fatti molti studi scientifici, che parlano delle conseguenze dell’uso, anzi abuso, degli smartphone, pc e tablet.

Cenni di anatomia e biomeccanica della colonna cervicale

https://blausen.com/it/video/anatomia-della-colonna-cervicale/

Cliccando sul link precedente, è possibile vedere un video esemplificativo di come è fatta la colonna cervicale.

Questa è composta da una serie di sette vertebre che va dalla base del cranio fino alla prima vertebra dorsale.
Le prime due vertebre hanno una forma e di conseguenza un compito particolari.
La testa è appoggiata sulla prima vertebra (C1), che si chiama atlante, ed ha la funzione di perno, permettendo alla testa di compiere movimenti di flessione e di estensione, come quando si dice di sì. La seconda vertebra (C2), detta asse o epistrofeo, è posizionata sotto l’atlante e ha la funzione di far ruotare la testa. L’epistrofeo ha una sporgenza ossea , denominata dente dell’epistrofeo, che si articola con l’atlante, permettendo alla testa di ruotare a destra e a sinistra , come quando si dice di no. Le cinque vertebre (C3,C4, C5, C6, C7)sottostanti hanno il compito di sorreggere il peso del corpo.

Attorno a queste vertebre ci sono:

Nervi

Vasi sanguigni

Legamenti

Muscoli

Dischi intervertebrali

Ma cosa intendiamo per TEXT NECK?

Questa nuova patologia, che in italiano è conosciuta meglio come SINDROME DA SMARTPHONE, è un insieme di sintomi alla schiena ed al tratto cervicale, causati dall’uso improprio di smartphone e, in misura minore, di tablet e schermi del computer.
A tal proposito, è utile analizzare i dati di un recente studio, riguardante il peso che va a gravare sul tratto cervicale a varie inclinazioni della testa.

Secondo questo studio mantenere la testa flessa in avanti crea un carico passivo sulle vertebre cervicali molto importante, che va dai 12 ai 27 chilogrammi.

È chiaro che mantenere per troppo tempo il capo inclinato comporta un sovraccarico eccessivo per le strutture muscolo scheletriche del tratto cervicale con conseguenti degenerazioni delle articolazioni e tensione eccessiva dei muscoli cervicali:

  1. Uno dei primi sintomi che si possono riscontrare è una tensione costante e progressiva della muscolaturaposteriore del tratto cervicale e poi della zona dorsale;
  2. questa tensione, se persiste nel tempo, porta a delle contratturemolto dolorose e a volte a vertigini;
  3. un’altra conseguenza può essere la verticalizzazione, o peggio ancora, l’inversione della curva fisiologica del tratto cervicale (foto di rx);
  4. questa inversione di curva comporta un “lavoro anomalo” delle faccette articolari con la conseguente progressiva degenerazione delle articolazioni, in altre parole si ha una veloce degenerazione artrosica(foto);
  5. è molto comune poi che anche i dischi vertebrali degenerino velocemente, con protusioni ed ernieche creano una sintomatologia radicolare agli arti superiori;
  6. il mal di testa, è un altro sintomo molto frequente, dovuto sia all’infiammazione delle faccette articolari delle vertebre, sia alle contratture dei muscoli cervicali, in particolare quelli sub occipitali.

 

Cosa possiamo fare con la fisioterapia?

Per tutte le problematiche legate al TEXT NECK, LA FISIOTERAPIA può essere di aiuto, in fase acuta, attraverso il trattamento dell’infiammazione e del dolore con l’ausilio della terapia fisica in particolare.

terapia manuale

  • mobilizzazioni passive per migliorare e/o mantenere il range di movimento.
  • Pompage, sia articolari che muscolari per diminuire le tensioni muscolari e favorire massaggi;
  • trattamento dei trigger points

Rieducazione Posturale

Di fondamentale importanza è l’esercizio terapeutico, guidato da un fisioterapista esperto e qualificato.

Cosa fare per prevenire?

Soprattutto per questa nuova piaga che affligge le nuove generazioni di ragazzi, la prevenzione è di fondamentale importanza. Riuscire ad evitare di arrivare alle problematiche sopra descritte fa sì che, le persone e in particolar modo non debbano convivere con problematiche anche molto invalidanti.

  • diminuire il più possibile l’uso smoderato dei telefonini;
  • quando si usa lo smartphone, tenere la testa in posizione neutra, oltre che la schiena, nel caso in cui si sia seduti, e alzare le braccia all’altezza del viso, in modo tale che lo sguardo sia orizzontale;
  • in caso di utilizzo dei pc, evitare la flessione della testa, piuttosto è preferibile abbassare lo sguardo;
  • evitare di guardare la tv o, peggio ancora, di stare al telefonino sdraiati sul divano o sul letto con la testa flessa;
  • dormire con un cuscino adatto alla cervicale e alla posizione che si è soliti adottare durante il sonno (chiedere un consiglio al proprio medico o al proprio fisioterapista);
  • eseguire almeno 1-2 volte al giorno dei semplici esercizi di mobilizzazione e scarico della colonna cervicale. Di seguito viene proposta una serie di esercizi che potrete svolgere autonomamente a casa.

Esercizi per cervicalgia da TEXT NECK

Nel caso in cui i problemi dovessero continuare a persistere il consiglio migliore è quello di rivolgersi al proprio medico di base che saprà indirizzarvi presso lo specialista più adatto, oppure chiedere ulteriori consigli ad un fisioterapista.

https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/i-danni-dello-smartphone-sulla-cervicale/


EQUILIBRIUM

Il Centro Fisioterapico Equilibrium 2.0 nasce a Pescara con l’ idea di abbinare la terapia manuale al movimento poichè esso è parte fondamentale di qualsiasi processo di guarigione e di mantenimento dello stato di salute.

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