SINDROME FEMORO-ROTULEA

Ottobre 7, 2020 by Equilibrium0
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La sindrome femoro rotulea è una patologia che si instaura tra l’epifisi distale del femore e la faccia interna, articolare della rotula. Il dolore femoro-rotuleo è considerato una delle forme più comuni di dolore al ginocchio, la prevalenza annuale della sindrome si avvicina al 23% nella popolazione ed è approssimativamente del 29% tra gli adolescenti, a rischio particolarmente elevato sono gli atleti di sesso femminile.

Il sintomo caratteristico di questa patologia è il dolore, gonfiore nella parte anteriore del ginocchio che si presenta in alcune situazioni specifiche, per esempio mentre si percorre una rampa di scale, ma anche dopo essere stati seduti a lungo (questo sintomo è detto in gergo “segno del cinema”).

La rotula inizia a scorrere male nel suo alloggiamento femorale determinando:

  • fitte
  • scrosci articolari
  • cedimenti dovuti al dolore
  • difficoltà a flettere il ginocchio e quindi a svolgere diverse attività quotidiane.

Questo può accentuare un versamento articolare ed una riduzione del tono-trofismo muscolare.

 

 

Le cause

Le cause della sindrome femoro rotulea possono essere sia fisiologiche che dinamiche:

  • valgismo delle ginocchia
  • alterato asse di rotazione femoro-tibiale (intrarotazione femorale o extrarotazione tibiale)
  • sovraccarico funzionale (corridori, saltatori, ecc.)
  • ipotono o ipertono del muscolo quadricipite
  • alterata anatomia dei condili femorali o della rotula

La diagnosi

La diagnosi è principalmente clinica e si basa soprattutto sulla valutazione funzionale dell’articolazione femoro-rotulea. Si può evidenziare una debolezza muscolare o un difetto di asse del ginocchio. Nei movimenti di flesso-estensione del ginocchio si può osservare un’eventuale sublussazione esterna della rotula. Inoltre la valutazione prende in considerazione il ROM passivo e attivo e lo stato muscolare che riguardano l’articolazione del ginocchio ma anche quella dell’anca e di caviglia.

Importante è l’esame radiografico degli arti inferiori per valutare un eventuale eccessivo valgismo del ginocchio come causa predisponente la patologia. Si possono effettuare anche esami radiografici della rotula a diversi gradi di flessione del ginocchio per evidenziare un eventuale “tilt rotuleo” esterno. Utile è anche la Risonanza Magnetica che può valutare l’eventuale compromissione cartilaginea.

Il nostro metodo

Il Centro Equilibirum 2.0, mediante la stretta collaborazione tra diverse figure specialistiche (medici, fisioterapisti e personal trainers), si impegna ad offrire al paziente la migliore soluzione possibile per un ottimale inquadramento diagnostico assolutamente necessario per la realizzazione di un adeguato e individualizzato programma riabilitativo.

  1. La prima fase è la visita dal Fisiatra, medico specialista nella riabilitazione, necessaria affinché si faccia una corretta diagnosi, indispensabile per la realizzazione di un piano riabilitativo personalizzato.
  1. La seconda fase si concentra sulla gestione della sintomatologia dolorosa e dell’infiammazione, quindi in particolare sulla riduzione di un eventuale edema, che limita le autonomie del paziente.

In questa fase il fisioterapista, attraverso la combinazione di tecniche manuali, strumentali e l’introduzione di piccoli esercizi terapeutici, realizza, in accordo col Fisiatra, un programma specifico per il paziente mirato, appunto, alla gestione del dolore e al miglioramento delle attività della vita quotidiana limitate dal processo doloroso e\o infiammatorio.

  1. La terza fase verte sul miglioramento della percezione del proprio corpo, sull’incremento dei movimenti eseguiti in assenza di dolore e sulla stabilizzazione dell’articolazione femoro-rotulea.In questa fase, come in quella precedente, laddove possibile, i nostri terapisti si avvalgono della tecnologia “Tecnobody” per valutare e oggettivare i risultati del paziente. In questa fase vengono prese in esame tutte le attività di vita quotidiana del paziente per restituirgli sicurezza anche durante i movimenti più semplici.
  1. La quarta fase, importante quanto le precedenti, ha come obiettivo l’incremento delle riserve energetiche, della forza e della performance del paziente. Questa fase viene eseguita in assenza di dolore e sotto la supervisione del medico Fisiatra. Il paziente viene valutato attraverso i sistemi Technology della “Tecnobody” e viene stilato un programma per aumentare e\o migliorare il tono-trofismo muscolare. Questo momento è estremamente importante per una corretta stabilizzazione del miglioramento ottenuto nelle fasi precedenti nell’ottica di un mantenimento a lungo termine del beneficio ottenuto dalla terapia.

Dott.ssa Caldarelli Erica

Per approfondimenti puoi consultare l’articolo https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/la-sindrome-femoro-rotulea/

 


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